domenica 24 febbraio 2013

Il Pipistrello

Sera gente!
Come ogni settimana che si rispetti anche questo sabato io e Ciccia siamo andati a cena fuori, sfidando la neve, la pioggia e il gelo. Stavolta ci siamo spinti fino a via Senese per andare in un ristorante che io personalmente adoro: Il pipistrello.

La location
Il ristorante pizzeria Il pipistrello (questo il sito: http://www.pizzeriapipistrello.com/) si trova in via Senese e il parcheggio è un po' complicato da trovare (c'è un benzinaio sulla sinistra venendo da Porta Romana), ma ingegnatevi perché il locale vale veramente la pena. L'entrata è piccolina, ma all'interno ci sono, oltre all'ingresso, altre 4 sale più l'esterno al piano superiore. Le pareti sono gialle e sul soffitto c'è anche qualche trave a vista; il forno a legna è subito all'entrata, anche perché è disponibile anche l'asporto; l'apparecchiatura è spartana. Non è la prima volta che ci andiamo (a dirla tutta ci andiamo spesso) e di solito non prenotiamo, ieri, invece, fortunatamente abbiamo deciso di telefonare perché era veramente pienissimo, con una clientela molto variegata, ma perlopiù giovanile.

I piatti
Dopo un poco di attesa per accomodarci al tavolo e un'altra poca per l'arrivo delle nostre ordinazioni, abbiamo cenato. Sul versante piatti, tuttavia, dovrò farvi un distinguo tra quello che ho preso ieri e ciò che prendo di solito. Il menù è variegato e presenta antipasti, primi e secondi sia di carne che di pesce più le pizze; inoltre, su delle mega lavagnette presenti in ogni sala, sono indicati i piatti del giorno (solitamente un primo di pesce, uno di terra, una o due pizze e un dolcino). Ciccia ha ordinato una specialità di giornata ovvero una pizza bianca con formaggi freschi e pepatello con cuoricino di burrata, mentre io delle pennette al Pipistrello.
Pizza bianca
Per quanto riguarda il proprio piatto, Ciccia, che ha una spiccata preferenza per le pizze "bianche", mi ha chiesto esplicitamente di usare l'aggettivo "sublime". La pasta era ben cotta e salata al punto giusto; il pepatello, che è un tipico prosciutto toscano, era particolarmente pepato (come sottolinea il nome), ma delizioso e dal sapore deciso. Il cuoricino di burrata fresco e squisito e, nel complesso, anche io, che non vado pazza per i formaggi, ho dovuto apprezzare il sapore di questa pizza, veramente ottima, che Ciccia ha insistito per farmi assaggiare.

Pennette pipistrello
Passando al mio primo, che ha un po' tardato ad arrivare, le pennette Pipistrello sono delle pennette con un sugo di panna e pomodoro con funghi, piselli e prosciutto cotto. Il piatto mi ispirava parecchio e più di una volta avevo pensato di prenderlo, non trovando mai il coraggio di rinunciare al mio calzone. Le penne erano al dente e gli ingredienti tutti di prima qualità: i sapori si amalgamavano benissimo l'un con l'altro e solo i funghi risaltavano leggermente rispetto al resto. Nel complesso è un piatto che ho mangiato con piacere non trovando nessun elemento che mi potesse disturbare, ma mi aspettavo decisamente di meglio. Ciccia, che ha, a sua volta, assaggiato un po' della mia pasta, le ha particolarmente apprezzate, trovando il sugo particolare e interessante.

Detto questo devo specificare che se ritengo Il pipistrello uno dei miei ristoranti preferiti in tutta Firenze è per via del loro calzone, che è veramente buonissimo e che vi consiglio caldamente.

La pasta della pizza è talmente buona che spesso tra i dolci del giorno propongono dei "fagottini" speciali alla nutella fatti appunto con lo stesso impasto usato per le pizze. Ieri sulla lavagnetta, ad esempio, campeggiava un "fagottino alla nutella con yogurt alla stracciatella" che io e Ciccia abbiamo adocchiato non appena entrati. Così, una volta finiti i piatti, lo abbiamo ordinato chiedendo però che fosse senza lo yogurt (io non ne vado pazza e Ciccia mi ha dato carta bianca). L'immagine che vi riportiamo esprime tutto quello che a parole non posso spiegare. Se poi capitate nella serata in cui c'è il "fagottino ai 4 cioccolati" benedite la vostra buona stella.
Fagottino alla nutella

I prezzi
Stavolta ho tenuto ben sistemato nella borsa lo scontrino e, eureka, ecco qui il resoconto in vil denaro della nostra cenetta:

Coperto x2 - 3 euro
Lattine x2 - 5 euro
Pennette - 7euro
Pizza - 10 euro
Dolce - 5euro

Per un totale di 30 euro in due. Non fatevi trarre in inganno dalla pizza di Ciccia, i prezzi sono medi e non alti come potrebbe sembrare.

Venendo al dunque Il pipistrello rimane una tappa fissa per noi, e speriamo possa esserlo anche per voi. Merita per la qualità dei suoi piatti innanzitutto, per le sue pizze, per la simpatia del suo proprietario e per l'ambiente ospitale e familiare che potrete trovare.

Detto questo, vi salutiamo!
Alla prossima!

PeC 

mercoledì 20 febbraio 2013

Il clarinetto

Hola!
L'altro giorno vi ho praticamente descritto il nostro sfizioso pomeriggio di sabato alla fiera del cioccolato (qui il post); oggi vi racconterò del ristorante dove siamo stati a cenare. Dunque, da una parte eravamo in centro, dall'altra l'idea di rintanarci in macchina per avere un po' di tregua dall'aria fredda ci stuzzicava parecchio, così, anche dato l'orario (le 19:15) abbiamo optato per la via di mezzo raggiungendo by car il vicino Viale Spartaco Lavagnini. La tentazione di tornare al L'è maiala ci è venuta, ma alla fine abbiamo optato per il sempreverde Il clarinetto.

La location
Il locale ha un'entrata piccolina e, complici delle tendine sulla vetrata della porta, spesso sembra chiuso. In realtà l'interno è spazioso e dispone di due ampie sale con un televisore in ciascuna di esse (non è la prima volta che troviamo qualche tifoso che chiede esplicitamente il tavolo davanti allo schermo per gustarsi, oltre al cibo, l'anticipo del sabato sera). L'apparecchiatura è spartana, ma spaziosa. Data l'ampia disponibilità di posti è probabile che riescano a trovarvi un posticino anche se non avete prenotato (io e Ciccia ad esempio non prenotiamo quasi mai, decidendo quasi sempre all'ultimo dove andare).

I piatti
Il menù offre antipasti, primi e secondi sia di carne che di pesce, più ovviamente le pizze.Nel nostro caso abbiamo preso per Ciccia un calzone farcito, mentre per me una carbonara di mare.

la carbonara di mare
Mentre aspettavamo che ci servissero ci hanno portato un po' di focaccia all'olio, veramente molto buona, che mi sono ricordata solo dopo averne mangiata un bel po' di fotografare. Il servizio ad ogni modo non è stato lento e sia i camerieri che i titolari sono molto disponibili e alla mano, anzi, qualche volta ci è capitato ci offrissero gratis un po' di limoncello a fine cena. Passando ai piatti veri e propri la qualità è buona per entrambi. La mia carbonara di mare era delicata e leggera, i sapori della carbonara e dei frutti di mare si accostano bene e non si "pestano i piedi" a vicenda. Personalmente non era la prima volta che la prendevo, e devo dire che le prime volte al posto degli spaghetti venivano usate delle fettuccine: il piatto perdeva in quantità (ma per me non sono un problema le porzioni un po' più piccole), ma a mio parere acquistava in sapore; magari la prossima volta sento se è possibile averle in quest'altro modo! Gnam!
il calzone farcito
Per quanto riguarda il calzone di Ciccia, devo dire che il solo colpo d'occhio era da far venire l'acquolina in bocca. Io poi, che sono un'amante del genere, me lo sono mangiato con gli occhi. Come potete ben vedere dalla foto in questo caso il pomodoro non è puramente decorativo, decisamente no. Io, personalmente preferisco così, mentre Ciccia che predilige le pizze bianche, ne avrebbe fatto anche a meno. La farcitura consisteva in: prosciutto cotto, funghi, olive, wurstel e carciofi, ed era veramente stracolmo. La pasta era salata e ben cotta, gli ingredienti genuini, nessun giudizio negativo da appuntare, per fortuna!


I prezzi
I prezzi sono nella media e in due abbiamo speso circa 25 euro (perdonatemi, ma lo scontrino deve essersi perso nei meandri della mia borsa).

Nel complesso vi consigliamo questo ristorante. Per noi è una tappa quasi fissa dopo aver provato vari locali nuovi e ci troviamo sempre bene, anche per merito dei gestori. Come vi ho anticipato all'inizio, inoltre, dovete assolutamente provarlo durante le partite, vi potrete godere uno spettacolo nello spettacolo osservando i tifosi in trans agonistica.

Alla prossima!
PeC



domenica 17 febbraio 2013

Fiera del cioccolato!

Buongiorno buongustai!

Oggi vi parlerò di una fiera che è passata clamorosamente inosservata qui a Firenze! Io e Ciccia ieri, giusto per tenerci in forma, siamo andati alla fiera del cioccolato che era in piazza Santa Maria Novella (in sostanza dove hanno fatto l'anno scorso il festival del gelato) dall'8 al 17 febbraio (stasera finisce, purtroppo).C'erano circa una decina di stand da tutta Italia con talmente tante cose buone al cioccolato che io e Ciccia abbiamo preso 2 chili solo a guardare. Comunque, i prezzi sinceramente ci sembravano un po' proibitivi e c'era talmente tanta roba che se decidevi di prendere un etto (che noi non avevamo la ben che minima idea di quanto potesse essere) di qualcosa non sapevi da che parte iniziare. Insomma, personalmente avrei fatto come per il festival del gelato: una carta con un tot di assaggi e delle porzioncine con più cose già pronte. Mi avrebbero levato dall'inghippo di dover scegliere finendo per buttarmi sulla Sacher torta. Io e Ciccia, dunque, alla fine abbiamo preso due bicchierini di cioccolata calda con fragole (io senza panna, lui con panna) e una fettina di Sacher torta. Tutto buonissimo! Le fragoline le avrei tagliate a pezzi più piccini in modo che si inzuppassero proprio nella cioccolata, ma va beh questa è la simpatica "panzona" che è in me che parla! La Sacher era di una delicatezza unica, deliziosa! Vi lasciamo, quindi con alcune immagini degli stand, sperando di potervi riempire gli occhi; in particolare uno stand di Jesolo aveva cioccolata di tutte le forme: attrezzi, scarpe, animali, addirittura il "ciocco-iPhone", roba da pazzi! 

lo stand di Jesolo
la Sacher torta
fragole, cioccolata e panna
E voi ci siete stati? Come l'avete trovata? Io e Ciccia abbiamo vagato per un'oretta guardandoci con occhi sgranati e salivazione eccessiva :)! 

PeC

venerdì 15 febbraio 2013

Cronaca di un disastro annunciato

'Giorno bella gente!
Eccoci di nuovo qui per il primo post di una creazione nelle nostre cucine e non in quelle di fiorentini ristoranti! Per la precisione il dolcino in questione non è né mio né di Ciccia, ma della mia sorellina (quella della "fognesca" pizza salsiccia e patatine fritte, esatto) che una settimana fa mi annuncia tutta pimpante di voler provare a fare dei pancake. Di qui il titolo del post.

La ricetta dei pancake (quelle simpatiche focaccine di cui tanto si abusa nei film/telefilm americani) è ampiamente reperibile su internet e lei ha usato questa che riporto sotto con sue arbitrarie modifiche che forse era meglio evitare ;)

- 300ml di latte
- 300g di farina
- 3 uova
- 2 cucchiai di burro fuso
- 2 cucchiai di zucchero
- 1 pizzico di sale

Innanzitutto mia sorella e il suo ragazzo hanno diviso i tuorli dagli albumi (cosa tra l'altro che a me non riesce mai, va beh io ho difficoltà anche nella banale apertura dell'uovo, sono proprio una frana) che hanno poi montato; nel mentre hanno mescolato il latte, la farina, lo zucchero e il burro creando una sorta di crema che hanno poi unito agli albumi montati. Dopo aver aggiunto il pizzico di sale è venuta la parte difficile: la cottura. La crema andrebbe versata in una padella antiaderente (messa a fuoco vivo) cercando di creare uno strato non troppo sottile e una volta ottenuto un colore dorato girarla per cuocere l'altra parte.
In sostanza i due intrepidi giovani hanno iniziato a raschiare la povera padellina, lasciando residui di crema dappertutto, come potete ben vedere dalla triste testimonianza dell'avvenimento.

Alla fine sono venuti fuori 4 superstiti, ed è qui che è cascato l'asino: le dosi sopra citate dovevano bastare per qualcosa come 12 pancakes. Chiedere a mia sorella perché il pancake che mi ha gentilmente offerto, una volta tornata da lavoro, quindi, sapesse esageratamente d'uovo non è cosa carina ora che tutti possiamo immaginarci la risposta da soli.

Mia sorella tiene a precisare che la mia descrizione è impietosa e che il sapore d'uovo veniva coperto (a malapena, aggiungo io) con strati e strati di Nutella, che potete benissimo utilizzare al posto del più tradizionale sciroppo d'acero.

Coooomunque! Questo è quanto. In attesa di un successo annunciato (ovvero quando me e Ciccia ci cimenteremo nella stessa ardua impresa) vi lasciamo con l'augurio che i vostri pancakes possano venire meglio di quelli di mia sorella. Ho piena fiducia nelle vostre doti culinarie!

Vostri,

PeC

domenica 10 febbraio 2013

Aloisius

Giorno gente!
Vi chiederete quante volte vado a mangiare fuori? Eh in questo periodo non c'è male! Ieri, però, io e Ciccia ci siamo concessi un salutare McDonald per smaltire la partita (stendiamo un velo pietoso), quindi oggi vi parlerò del ristorante dove sono andata mercoledì per festeggiare il compleanno d'i mi babbo! ;) Dunque con tutta la famiglia (Ciccia purtroppo non era dei nostri) siamo stati in questo locale l'Aloisius a mangiare una pizza! Cercherò di essere breve che, a quanto pare, non ho il dono della sintesi.
Ps: per questa volta, purtroppo, dovrete confidare totalmente nella mia descrizione, poiché oltre a non esserci Ciccia non ho nemmeno delle foto (mea culpa).

La location
Il ristorante (questo il sito web: http://www.ristorantealoisius.com/) si trova in Via Pistoiese, al bivio con Via Baracca. Ampio spazio all'aperto e ampio spazio al coperto, il locale si presenta carino e accogliente. Il forno a legna è ben visibile e, passato il banco bar all'ingresso e una simpatica vespina d'epoca, si snodano due sale con numerosi coperti. L'apparecchiatura è spartana come, del resto, abbiamo trovato finora in quasi tutti i ristoranti provati (sarà la crisi).

I piatti
Come vi ho anticipato, per festeggiare i 51 anni di mio babbo, abbiamo preso tutti delle pizze: un calzone per me (ormai avrete capito che ne vado pazza), una salsiccia, una margherita con rucola e una prosciutto e funghi, più un piattino di patatine fritte. Il servizio è stato veloce e le pizze non hanno demeritato (soprattutto dopo aver provato di molto peggio). Il mio calzone era un po' asciutto, ma il cameriere aveva prontamente portato (come si dovrebbe essere soliti fare) dell'olio in tavola, che ho potuto versare in giusta misura sulla mia pizza. La pasta era buona, cotta e salata al punto giusto, il pomodoro non era abbondante e non toglieva e non aggiungeva molto alla pizza di per sé (come spesso accade nei calzoni sembra messo più per decorazione, tuttavia preferisco ci sia, piuttosto che sia del tutto assente). Il ripieno era di qualità, il prosciutto cotto e la mozzarella si amalgamavano bene mantenendo, però, i loro sapori. In sostanza: l'ho mangiato di gusto :P.
Per quanto riguarda le altre pizze a giudicare dal modo in cui le hanno finite, posso a grandi linee assicurare sulla loro bontà. Mia sorella, in particolare, che ha mangiato la pizza alla salsiccia con "fognesca" aggiunta di patatine fritte, ci tiene a specificare che non era male, ma che le patatine erano poco salate.
Dopo non abbiamo preso nessun dolce, ma solo due caffè per i quali abbiamo dovuto attendere un po' più del dovuto, ma niente di eccessivo.

I prezzi
Come per il Mi Amor non riporto lo scontrino; i prezzi sono nella media, più tendenti al medio-basso, che al medio-alto. Con pizze, 2 lattine, una birra media e una bottiglia d'acqua, un piatto di patatine e 2 caffè abbiamo speso nel complesso meno di 10 euro a testa, e il coperto non ci è stato conteggiato.

In sintesi non ci siamo trovati male, abbiamo mangiato bene e abbiamo passato una serata tranquilla. Dovrei tornarci per provare qualche primo (disponibili sia di terra che di mare), magari con Ciccia, per darvi un parere più completo, ma ad una prima prova l'Aloisius ha superato il test.

Alla prossima!

P.


martedì 5 febbraio 2013

Off topic: Les Miserables

Sera bella gente!
era un po' che cercavo un buon argomento off topic di cui parlare e come sempre la cinematografia è giunta in mio aiuto. Ieri con una mia amica sono andata a vedere l'acclamatissimo Les miserables di Hooper, regista dell'altrettanto famoso Il discorso del re (bellissimo tra l'altro ndp). Devo dire che è da ieri che ci penso e non riesco a decidermi sul mio grado di soddisfazione: oscillando tra il capolavoro e il sopravvalutato. Il film è l'adattamento cinematografico sottoforma di musical dell'omonimo romanzo di Hugo; impossibile, quindi, giudicare il film dalla trama, che, personalmente, ho trovato un po' lenta e disunita (anche se è altrettanto difficile dare un giudizio sulla trama di un libro partendo dalla pellicola). Il film è un musical e con musical si intende musical: una canzone perenne. Non pensate di andare minimamente a vedere qualcosa di simile a Mamma mia! o Moulin Rouge (nd mia amica) dove parti cantate si alternano a parti recitate; in Les Miserables queste ultime si riducono a volere esagerare a 5 minuti su 2 ore e mezzo di film e, volendo essere pignoli, a questo punto tanto valeva lasciarle in lingua originale (il divario tra la voce di Sasha Baron Cohen e del suo doppiatore era un po' disturbante).
I personaggi, a mio modestissimo parere, risultano essere un po' dei "flat character" (la mia professoressa di inglese sarebbe fiera di me), ovvero dei personaggi un po' piatti:
  • Jean Valjean, galeotto "per caso" (aveva rubato un tozzo di pane) viene folgorato "sulla via di Damasco" e convertito alla fede che lo trasforma da uomo virtuoso (in fondo il tozzo di pane era per la figlia morente della sorella), in uomo molto virtuoso (che salva, nell'ordine: Fantine dalla prostituzione, Colette dai locandieri e Marius dalla rivoluzione); 
  • Javert, gendarme da sempre alla ricerca di Valjean, altro non è che un uomo ligio al dovere, l'impersonificazione della legge, incapace di leggere le sfumature della vita (hai voglia ripetergli che ho solo rubato un pezzo di pane) e di accettare la pietà, ma non per questo un personaggio cattivo o negativo;
  • i personaggi cattivi dovrebbero essere i Thénardier che però, forse complice la scelta degli attori (Sasha Baron Cohen e Helena Bonham Carter), finiscono per risultare quasi dei simpatici furbacchioni;
  • Fantine, giovane donna che lavora solo per dare da vivere alla figlioletta Colette e che, caduta in miseria, è costretta a vendere il proprio corpo per racimolare un po' di soldi;
  • infine i due giovani Colette, innamorata e angelica, e Marius, innamorato e rivoluzionario, innamoratisi grazie a uno sguardo.
Una volta dati per appurati questi elementi (trama quasi inesistente e personaggi poco sfaccettati conseguenze forse implicite dell'esasperazione del genere musical) che mi hanno portato a definirlo un film sopravvalutato, potrete godervi l'interpretazione del cast stellare, unico vero motivo, a mio parere, per cui valga la pena di vedere Les Miserables. Il fatto che Anne Hathaway è candidata alla vittoria dell'Oscar per venti minuti di film e in sostanza per la sola interpretazione della canzone I dreamed a drem può farvi capire su che livelli di maestria viaggiamo. Ed è solo grazie agli attori che mi sono commossa in alcune scene, e in particolare nel finale. Attori del calibro, non solo della Hathaway, ma di Hugh Jackman e di Russell Crowe che si sono prestati a fare quello che sanno fare meglio: recitare, cantando (tra l'altro dal vivo e in presa diretta). Il plauso e i commenti positivi della critica a mio parere vanno a loro, capaci di dimostrarsi versatili e coraggiosi e soprattutto capaci di emozionare con la sola forza della loro interpretazione (ok, il personaggio di Fantine e commovente già di suo, ma la Hathaway merita veramente l'Oscar).
Detto questo la smetto che mi sono dilungata anche troppo per essere un off topic. E voi come l'avete trovato?

P.  

domenica 3 febbraio 2013

Mi amor

Ciao a tutti bella gente!
Oggi articolo breve per la mia prima bocciatura di un ristorante (non condivisa da Ciccia). Ieri siamo stati in compagnia di altra gente al ristorante pizzeria Mi Amor in Via Francesco Baracca (questo il sito web http://www.ristorantemiamor.com) e purtroppo, personalmente, non posso consigliarvi questo locale. Ma partiamo dal principio.

La location
Il ristorante è facile da raggiungere e per parcheggiare si può o cercare un posticino lungo via Baracca, o usufruire del distributore di benzina adiacente. Il locale è carino e raccolto con due ampie sale, una interna e una in una specie di veranda esterna (chiusa e mantenuta a una temperatura dignitosa durante l'inverno, anche se la spugna a coprire gli spifferi che sembrava molto la pasta per i coccoli era un attimino antiestetica). Le pareti sono colorate e l'apparecchiatura spartana. Una nota sul servizio: la cameriera sembrava voler essere totalmente altrove e risultava un po' scorbutica e pressante.

I piatti
Calzone al prosciutto
Prosciutto e funghi
La nostra cena (limitandoci a me e Ciccia e non prendendo in considerazione tutta la nostra compagnia) è consistita in antipasti (toscano e coccoli) e pizze (calzone con prosciutto per me, prosciutto e funghi per Ciccia). Purtroppo per quanto riguarda gli antipasti non ho avuto la prontezza di riflessi nel fotografarli e dovrete fidarvi della mia recensione: l'antipasto toscano era composto di 2 crostini toscani (buoni, ma il paté di fegato un po' troppo abbondante) e affettati (salame e finocchiona che non ho assaggiato); mentre i coccoli (due, abbastanza buoni) erano serviti con prosciutto crudo (della stessa qualità del salame a detta di Ciccia) e invece del comune stracchino un formaggio strano che nessuno, a tavola, è riuscito ad identificare ("Secondo te è mascarpone?" "Ma no, sarà philadelphia"). Purtroppo però a parer mio la cosa più negativa sono state le pizze. Nel mio calzone, che non sono nemmeno riuscita a finire, la pasta aveva la consistenza del pane carasau sardo e quando addentavi si spaccava in grossi pezzi che si conficcavano nel palato. Il ripieno di prosciutto cotto e mozzarella accettabile, ma immangiabile senza l'aggiunta della pasta. Totale mancanza di olio e pomodoro. Insomma no, ma proprio no! Ciccia, invece, ha espresso un parere positivo sulla sua prosciutto e funghi dicendo che la pasta era cotta al punto giusto, il prosciutto cotto abbondante e genuino, i funghi, sebbene sparissero un po' nel complesso della pizza dal gusto buono. Come potete vedere, quindi, per una volta Pappa e Ciccia non sono in accordo (non che ciò avvenga raramente, viva la varietà).

I prezzi
Stavolta non possiamo riportarvi lo scontrino essendo un gruppo di una decina di persone, tuttavia i prezzi sono nella media, con una spesa di 15 euro a persona circa per antipasto, pizza e acqua.

Nel complesso io non mi sento di consigliarvi questo locale, anche se andrebbero provati i primi, mentre per Ciccia il ristorante nel complesso non demerita per il cibo in sé. A voi la scelta, dunque! E fateci sapere come è andata!!

PeC